Dott.ssa Anna de Tullio
Dott. Giuseppe Lisco
Dott. Luciano Rana
Responsabili Ambulatorio Diabetologia
Che cos’è il diabete e come si cura
Quanto è diffuso, quali sono le sue complicanze, quali sono le cure più all’avanguardia
CHE COS’È IL DIABETE – Il diabete è una malattia cronica in cui si ha un aumento della glicemia, ovvero dei livelli di zucchero nel sangue, che l’organismo non è in grado di riportare alla normalità. Questa condizione può dipendere da una ridotta produzione di insulina, l’ormone secreto dal pancreas per utilizzare gli zuccheri e gli altri componenti del cibo e trasformarli in energia, oppure dalla ridotta capacità dell’organismo di utilizzare l’insulina. Livelli elevati di glucosio nel sangue, se non corretti con una cura adeguata, possono nel tempo favorire la comparsa delle complicanze croniche della malattia, come danni a reni, retina, nervi periferici e sistema cardiovascolare (cuore e arterie). È possibile convivere con il diabete e prevenire attivamente le complicanze, ma è fondamentale conoscere che cosa, nella vita di ogni giorno, causa un aumento o una diminuzione della glicemia in modo da mantenerla il più possibile vicino ai livelli normali fin dall’esordio della malattia e per tutta la vita.
In altri termini una buona conoscenza ed una gestione attiva da parte del paziente della malattia sono la base indispensabile per una buona cura del diabete. Esistono alcuni tipi principali di diabete:
– il diabete di tipo 2 è la forma più frequente di diabete, con milioni di casi in Italia. Si manifesta generalmente dopo i 40 anni, soprattutto in persone sovrappeso od obese. La sua evoluzione è lenta: la persona perde progressivamente la capacità di controllare l’equilibrio della sua glicemia. Spesso l’esordio è privo di sintomi oppure sono presenti, in modo più lieve, sintomi simili a quelli del diabete tipo 1. È comunemente noto come ‘diabete dell’anziano’ o ‘diabete alimentare’. Si cura principalmente con una dieta adeguata, un buon esercizio fisico, farmaci orali e solo in una minoranza dei casi con l’insulina.
– il diabete di tipo 1 è una condizione molto diversa. Si manifesta soprattutto prima dei 40 anni in modo spesso improvviso e con sintomi sempre palesi (dimagrimento, aumento della diuresi cioè della quantità di urina prodotta, sete eccessiva, disidratazione…). Nel diabete di tipo 1 una reazione immunologica distrugge le cellule beta del pancreas che producono l’insulina. Il diabete tipo 1 si deve quindi curare con l’insulina, abitualmente con più somministrazioni nella giornata per riprodurre la secrezione fisiologica di questo ormone nel digiuno ed in risposta ai pasti.
-il diabete gestazionale è una forma temporanea di diabete presente nel 6-10% delle gravidanze. A partire dal secondo trimestre di gestazione la madre non riesce a tenere sotto controllo la glicemia. Questo tipo di diabete scompare di regola dopo il parto, ma costituisce una condizione di rischio per la successiva comparsa di diabete tipo 2. Esistono poi altre forme di diabete per così dire ‘intermedie’ fra il tipo 1 e il tipo 2 come il LADA (diabete autoimmune dell’adulto), che insorge nella seconda parte della vita come il diabete di tipo 2, ma evolve presto verso la completa dipendenza dalla somministrazione d’insulina (insulinodipendenza) come avviene nel diabete di tipo 1, o particolari forme di diabete determinate geneticamente e presenti in più membri di una stessa famiglia. Infine Il diabete può essere secondario, cioè causato da un’altra malattia del pancreas o di altri organi, o da una terapia (la più frequente è quella con i farmaci cortisonici).
QUANTO È DIFFUSO IL DIABETE? – – Il diabete è una malattia comune che interessa in Italia il 4,9% della popolazione generale, in termini tecnici si parla di prevalenza del diabete. In circa il 95% dei casi di tratta di diabete di tipo 2. Si stima, inoltre, che un ulteriore 1,5-2% della popolazione sia affetta da diabete, ma non sappia di averlo. Negli anziani la malattia è più comune: nella fascia d’età maggiore di 65 anni la prevalenza è del 13%-14%. La prevalenza del diabete è in forte aumento e, in pratica, si è verificato il raddoppio dei casi nell’arco di 25 anni dal 1988 al 2003. Studi italiani indicano che ogni anno circa 8 persone su 1000 di età compresa tra 40 e 79 anni sviluppano il diabete. Attualmente, vi sono quindi in Italia almeno tre milioni di persone con diabete, alle quali si aggiunge una quota di circa un milione di persone che, pur avendo la malattia, non ne sono a conoscenza. Purtroppo anche la prevalenza dell’obesità nei diabetici è aumentata negli ultimi anni, dal 23% al 34%. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nell’anno 2030 nel mondo ci saranno 360 milioni di persone con diabete, rispetto ai 170 milioni del 2000, con evidenti importanti ripercussioni sulla vita dei pazienti e delle loro famiglie e sui costi e l’organizzazione dei sistemi sanitari. L’incremento dell’introito calorico, la maggior disponibilità di cereali raffinati e la riduzione dell’attività fisica hanno avuto, infatti, riflessi negativi in vaste aree del nostro pianeta. Anche in Italia l’allungamento della vita media e le modifiche delle abitudini di vita (sedentarietà, obesità) sono in larga parte responsabili dell’aumento nella prevalenza di diabete tipo 2. Chiunque può essere colpito dal diabete, anche se la probabilità di sviluppare questa malattia è maggiore se si ha una relazione di parentela in primo grado (genitori, figli, fratelli) con una persona diabetica e, per il diabete di tipo 2, si è obesi, ipertesi o si hanno valori elevati di grassi nel sangue (trigliceridi, colesterolo). Pertanto, l’incremento della prevalenza del diabete registrato finora si manterrà verosimilmente nel tempo se non saranno messe in atto strategie di educazione di massa volte a modificare abitudini e atteggiamenti nocivi alla salute. Il diabete di tipo 1 può essere considerato la più frequente della malattie rare. Si stima che in Italia circa 250 mila persone abbiano questa forma di diabete. Ogni anno si rilevano 84 casi ogni milione di persone in Italia (poco meno di 5 mila casi); si parla di incidenza del diabete. Alcune regioni italiane, in primo luogo la Sardegna, hanno tassi di incidenza superiori alla media europea. Il diabete di tipo 1 interessa particolarmente bambini e adolescenti. Secondo le stime della Federazione Internazionale del Diabete, nel 2010, 480 mila ragazzi fra gli 0 e i 14 anni avevano il diabete di tipo 1 nel mondo, di cui 110 mila in Europa.
È POSSIBILE PREVENIRE IL DIABETE? – Prevenire il diabete di tipo 2 è possibile e, puntando a questo obiettivo, si riduce drasticamente anche il rischio di sviluppare ipertensione, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia e altri fattori di rischio per l’apparato cardiovascolare. Alcuni studi clinici hanno dimostrato che, in persone ad elevato rischio di sviluppare il diabete, un’adeguata modificazione dello stile di vita dimezza la possibilità di andare incontro alla malattia: in questi soggetti la probabilità di malattia dopo 3 anni scende da 1 su 3 circa a 1 su 6. I pilastri della prevenzione sono il movimento fisico, anche solo camminare mezz’ora al giorno a passo svelto, e l’alimentazione corretta: tornare ai cibi genuini, senza eccedere con cibi preconfezionati o di origine non nota; consumare nelle giuste proporzioni, ben definite in numerose linee guida internazionali, tutti gli alimenti: verdure, ortaggi, frutta, pasta, pane, pesce, carne, formaggi; controllare le quantità per correggere o prevenire il sovrappeso. Il diabete di tipo 1 invece al momento non si può prevenire. Prima di tutto perché le persone “a rischio” di svilupparlo (figli e soprattutto fratelli di persone con diabete di tipo 1) rappresentano solo una minoranza dei casi: nel 95% dei casi il diabete di tipo 1 appare in famiglie dove non ci sono stati casi simili. In secondo luogo, purtroppo, anche tra le persone a rischio finora nessuna strategia preventiva si è dimostrata abbastanza efficace da poter essere consigliata nella pratica. Sono tuttavia in corso importanti sperimentazioni internazionali, cui partecipano anche numerosi ricercatori italiani, volte a saggiare l’efficacia di diversi interventi preventivi.
LE COMPLICANZE DEL DIABETE – Le maggiori complicanze che si possono sviluppare in presenza di diabete sono dovute ai danni ai vasi sanguigni, sia i grossi vasi che irrorano cuore, cervello e arti (macroangiopatia), sia i piccoli vasi che irrorano la retina dell’occhio, i nervi e il rene (microangiopatia). Le patologie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo sia per le persone con diabete, sia per quelle non diabetiche; nelle prime tuttavia il rischio di morire per problemi cardiaci è da 2 a 4 volte superiore, rispetto a chi non ha il diabete. Numerosi studi scientifici, su casistiche di molte migliaia di persone, hanno dimostrato che il miglior controllo dell’equilibrio glicemico, della pressione arteriosa e del profilo dei grassi del sangue (del colesterolo in particolare) sono in grado di prevenire queste complicanze. E’ di particolare importanza che la cura con lo stile di vita e i farmaci in grado di controllare questi parametri sia iniziata il più presto possibile nel corso della malattia diabetica, perché solo con l’ottimizzazione precoce dei valori dei diversi fattori di rischio si ottengono i risultati migliori.
LA TERAPIA DEL DIABETE – Le basi della terapia del diabete sono il corretto stile di vita e l’alimentazione adeguata, personalizzati sulla base del tipo di diabete, dell’età, del grado di sovrappeso e delle esigenze individuali quotidiane. Il diabete tipo 1 si cura con l’insulina in somministrazioni multiple nella giornata, mentre per il diabete tipo 2 esistono numerosi farmaci, scelti sulla base delle caratteristiche e delle esigenze del singolo paziente. In taluni casi l’insulina può essere una scelta terapeutica anche per il diabete tipo 2. Nella persona con diabete devono sempre essere adeguatamente tenuti sotto controllo, con cure mirate, anche i fattori di rischio vascolare quali l’ipertensione arteriosa e i valori elevati di colesterolo. Esistono poi terapie particolari, di elevato valore tecnologico, indicate per pazienti selezionati. Il microinfusore è una piccola pompa delle dimensioni di un mazzo di carte da gioco che consente la somministrazione dell’insulina in maniera continua e in quantità variabile nei diversi momenti della giornata, in occasione dei pasti o nei momenti di digiuno fra i pasti. La terapia insulinica con microinfusore è indicata nei pazienti con diabete di tipo 1 in cui la terapia insulinica ad iniezioni multiple non consente di raggiungere e mantenere un controllo glicemico sufficiente. Talora si utilizzano strumenti per il monitoraggio in continuo della glicemia sia per una valutazione diagnostica occasionale sia per modificare la terapia insulinica con il microinfusore sulla base delle rilevazioni della glicemia. I sistemi attualmente disponibili in Italia prevedono l’uso di sensori inseriti temporaneamente sottocute e collegati a strumenti di registrazione portatili. In pazienti selezionati con diabete tipo 1 è anche possibile eseguire il trapianto di isole di Langerhans, che contengono le cellule beta produttrici dell’insulina; nelle persone con diabete di tipo 1 che necessitano di trapianto di rene è possibile trapiantare anche il pancreas, per ristabilire la secrezione insulinica naturale ed evitare quindi la prosecuzione della terapia con insulina.